98 articoli nella categoria News

seo 24/11/2023 0

Rete 100% Campania: guarda il video

La Rete per il Packaging Sostenibile 100% Campania: sostenibilità e innovazione per il futuro degli imballaggi a base cellulosica. Ricicliamo i rifiuti in carta e cartone e li trasformiamo in imballaggi e supporti di comunicazione sostenibili. Scopri la nostra Governance e tutte le fasi che caratterizzano il nostro impegno nel riciclo di rifiuti in carta e cartone e della loro trasformazione in imballaggi e supporti di comunicazione sostenibili. della Le nostre piattaforme ricevono i rifiuti in carta e cartone del territorio.
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Andrea Pastore 17/11/2022 0

Italia-UE scontro sugli imballaggi: cambiare strada è opportuno?

Il nuovo Piano d’azione europeo per l’economia circolare intende garantire che “tutti gli imballaggi sul mercato UE siano riutilizzabili o riciclabili in modo economico entro il 2030”. Questo regolamento disciplinerà uso, reimpiego e riciclo di contenitori ed imballaggi e verrà rilasciato il prossimo 30 novembre come parte del pacchetto sull’economia circolare. Esso nasce dalla volontà di ridurrela quantità di imballaggi immessi sul mercato, promuovere il loro riutilizzo anche con l’uso di sistemi di deposito fino al riciclo, mantenendo la qualità della materia prima seconda impiegata. Se sarà approvato avrà delle conseguenze importanti sulla manifattura ed il commercio perché punta sul modello di riutilizzo degli imballaggi a scapito di quello di riciclo. L’Italia tasso di riciclo per gli imballaggi al 70%: dalla discarica al sistema integrato Conai L’Italia è un paese privo di materie prime che ha fatto da sempre di necessità virtù, diventando trasformatrice e sviluppando il sistema del riciclo. Ha una grande tradizione di riciclo perché di fatto produce beni alimentari, quindi deperibili. Le merci che produce sono acquistate ed apprezzate da tutto il mondo e devono viaggiare integre, sicure e senza possibilità di contaminazione. Il sistema consortile italiano Conai è un sistema di eccellenza che opera da 25 anni, rappresenta la filiera produttiva dell’imballaggio e raggruppa circa 3.300 aziende. Ha segnato il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica ad un sistema integrato, che si basa sulla prevenzione, sul recupero e sul riciclo dei sei materiali da imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica-bioplastica e vetro. In Italia coinvolge oltre 700.000 aziende ed impiega 6 milioni di addetti. Grazie a Conai, il nostro Paese ha raggiunto un tasso di riciclo per gli imballaggi pari a circa il 70%, raggiungendo con 9 anni di anticipo gli obiettivi europei per il 2030. Tra i materiali più virtuosi, vi sono il vetro e la carta. Merito di questo sistema, è il recupero del 76,6% del vetro (75% è il target 2030) e l’85% di carta e cartone (già raggiunto il target 2050), mentre sul riciclo di altri materiali, tra cui quello della plastica, vengono impegnate 350 imprese. A supporto, Conai e altri dati di sistemi indipendenti di raccolta e riciclo dicono che il riutilizzo degli imballaggi è praticato in tutti i casi in cui vi sia un senso logistico, economico o ambientale e l’Italia è il Paese a maggiore efficienza nel rigenerare nuove materie prime in materiali usati. Se si somma al riciclo anche il recupero energetico, il totale degli imballaggi sottratti alla discarica diventa dell’83,7%, quasi 11 milioni di tonnellate, pari a 7 imballaggi su 10. Una scelta che va supportata e giustificata da dati: il riutilizzo è sostenibile? Siamo solidali con chi afferma che il riutilizzo può essere uno strumento importante ma non l’unico. È strettamente necessario tenere conto delle ripercussioni ambientali ed economiche, della tipologia dei prodotti e della situazione reale in cui si trovano le imprese. Inoltre, le scelte devono essere supportate da valutazioni tecnico scientifiche che consentano a parità di diritti ambientali, di perseguire quei modelli che comportano benefici maggiori sotto il profilo economico e sociale. Sarebbe prima necessario avere risultanze adeguate sul reale rapporto tra impatti ambientali e costi/benefici che derivano da questi sistemi. Qualora dovesse essere favorito il riuso, dove verranno portati tutti gli imballaggi che prima erano virtuosamente destinati al riciclo? Inoltre, meno di un anno fa, il PNRR ha previsto investimenti per 2,1 miliardi di euro per migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma della circular economy. Queste risorse puntano a finanziare progetti per il rafforzamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e l'ammodernamento o lo sviluppo di nuovi impianti di trattamento, colmando il divario tra Nord e Sud del Paese e realizzando progetti flagship altamente innovativi per le filiere strategiche.  Attualmente, il Ministero della transizione ecologica sta chiudendo le graduatorie per l’erogazione dei finanziamenti. Con questa azione afferma che se il modello nazionale basato sulla raccolta differenziata funziona, come quello del riciclo, la normativa comunitaria deve supportarlo e non sostituirlo con uno nuovo dall’efficacia incerta. Fonte: Il Sole 24 Ore – www.conai.org - https://ec.europa.eu
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Andrea Pastore 20/10/2022

Biopolimeri modificati per la realizzazione di una Linea di innovativi prodotti.

Nell’ambito del progetto dal titolo: "BIOpolimeri modificati per la realizzazione di una Linea di innovativi prodotti." (BIOLINE) si richiedono offerte per la prestazione relativa alla rettifica di una coppia di cilindri (impianto ondulatore AGNATI MASTER di Pacinotti) profilo onda E - sistema RVL- con rivestimento in carburo di tungsteno con fornitura e pre-montaggio di kit cuscinetti, bussole di pressione, paraoli e grasso Krytox necessario al primo riempimento. Da quotare anche installazione, start-up e trasporto.

Le specifiche tecniche saranno disponibili previo appuntamento.

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Andrea Pastore 27/09/2022 0

I mobili di cartone e il design

Negli ultimi anni l’attenzione verso l’utilizzo di materie prime alternative per la realizzazione di mobili ed altri oggetti per la casa è aumentata a dismisura.   Tra le tante proposte avanzate, una tra le più interessanti riguarda il cartone. Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi: è possibile realizzare mobili di cartone?   La risposta a questa domanda è in realtà oggi abbastanza ovvia.   Certo che è possibile, anzi, l’impiego del cartone per realizzare mobili e altri oggetti ad uso quotidiano è una realtà molto diffusa ed in continua espansione.  Quali sono i principali vantaggi dei mobili di cartone?  In primo luogo, il principale vantaggio dei mobili realizzati utilizzando il cartone riguarda indubbiamente la loro natura eco-friendly. Si tratta, infatti, di un materiale riciclabile, elemento questo da non sottovalutare in questo periodo storico caratterizzato da una forte attenzione per la tematica ambientale.   In secondo luogo, la praticità nel montaggio e anche la leggerezza forniscono un altro punto a favore.   Di solito, i mobili realizzati in cartone hanno delle procedure di assemblaggio alla portata di tutti che si basano principalmente su meccanismi ad incastro ben visibili che non richiedono uso di viti o collanti. Basterà seguire le istruzioni date in dotazione al compratore per poter montare mobili ed altri oggetti d’arredo in maniera molto veloce.  Strettamente correlato al punto precedente, abbiamo anche un vantaggio in termini di trasportabilità e spazio. I mobili in cartone vengono solitamente progettati per essere venduti in pezzi facilmente trasportabili.   Al momento dell’acquisto si presentano come un insieme di pezzi pronti per essere assemblati attraverso la guida di istruzioni molto intuitive.  Altro vantaggio riguarda il loro costo contenuto. I mobili di cartone presentano generalmente un prezzo più economico rispetto ai mobili realizzati utilizzando il legno o gli altri materiali più diffusi al giorno d’oggi. Il cartone, come materia prima, consente indubbiamente un abbattimento del costo finale e una maggiore accessibilità dal punto di vista economico.   Certo, i prezzi dei mobili di cartone possono variare a seconda delle circostanze e del design che li caratterizza, ma comunque restano molto economici rispetto alle controparti realizzate con altri materiali.  Infine, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, va evidenziata la robustezza e la resistenza di questa categoria di mobili. Esistono infatti diverse tipologie di cartone che vengono impiegate per la loro produzione e questo permette di realizzare strutture stabili e rigide da un lato, ed ecosostenibili dall’altro.  I materiali utilizzati per realizzare i mobili di cartone  Per realizzare i mobili, si utilizzano diverse tipologie di cartone:  Cartone ondulato: le sue caratteristiche principali sono la robustezza e la leggerezza. Questo tipo di cartone trova un largo impiego, ad esempio per realizzare una grande varietà di mobili come sedie o tavoli ma anche per altri oggetti di arredamento casalingo.  Cartone alveolare: caratterizzato da un’elevata resistenza alla pressione grazie alla sua struttura interna costituita da celle molto solide. Non a caso viene impiegato per realizzare mobili in grado di sostenere anche grandi carichi di peso come letti, librerie e armadi.  Pannelli a nido d’ape: come suggerisce il nome, presentano una struttura a nido d’ape racchiusa tra due pannelli di cartone.  Tubi di cartone a spirale: grazie all’impiego di un’elevata percentuale di fibra riciclata e di altri elementi totalmente ecosostenibili, i tubi di cartone presentano una fortissima resistenza ad umidità e calore. Di solito vengono usati in contesti dove il rischio di incendi è significativo.  Mobili di cartone: tra design e personalizzazione  Uno degli elementi più interessantie su cui vale la pena soffermarsi quando si parla di mobili di cartone è sicuramente il design e la possibilità di avere oggetti dalle caratteristiche uniche. D’altronde, come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte!  Sono molti i designer e i brand che stanno virando la loro attenzione verso questo tipo di soluzione, ripensando molti dei loro prodotti. In parte per assecondare il discorso sulla responsabilità sociale e diminuire l’impatto della propria attività sull’ambiente, in parte per riprogettare, attraverso un’ottica di innovazione, oggetti ad uso quotidiano.  Ripensare il cartone come materia prima per la progettazione e la costruzione di mobili e di altri oggetti appare dunque una possibilità molto interessante per dare sfogo alla propria creatività, ricercando forme e soluzioni sempre nuove e funzionali per le creazioni.   Le nuove proposte in quest’ambito sembrano davvero in grado di poter soddisfare qualsiasi tipo di gusto ed esigenza pratica.  I mobili di cartone per l’home staging  L’home staging è una strategia di marketing immobiliare diffusa principalmente negli Stati Uniti.  Tuttavia questa pratica, negli ultimi anni, si sta ampliamente affermando anche in Italia e nel resto del mondo. Come suggerisce la parola si tratta di mettere in mostra e di allestire un immobile, in vista di una futura vendita o semplicemente per affittarlo.   I mobili di cartone hanno assunto un ruolo fondamentale in questo contesto. Questi infatti vengono impiegati da agenzie, agenti immobiliari e privati, al fine di trasformare velocemente la casa e velocizzare il processo di vendita o locazione.  L’economicità, la facilità del montaggio, la leggerezza ma allo stesso tempo la robustezza e l’ecosostenibilità, rendono i mobili di cartone adatti ad essere impiegati in larga misura in questo settore. Questa pratica consente, inoltre, grazie al ricorso a questa tipologia di mobili, di far proiettare il futuro acquirente o locatario nella sua possibile abitazione.  In realtà,questa pratica trova ampio utilizzo non soltanto per le abitazioni tradizionali, ma anche per altri tipi di ambienti. Uffici, hotel ed altri immobili destinati a impieghi diversi da quelli abitativi sono oggi al centro delle attività di home staging. Il settore immobiliare è forse uno degli ambiti più rappresentativi del crescente successo che i mobili di cartone stanno avendo negli ultimi decenni.  Mobili di cartone fai da te  In un’ottica di ecosostenibilità, creatività ed economicità, si sente parlare spesso anche di un'altra dimensione correlata ai mobili di cartone: il fai da te.  Sono sempre più numerosi i tutorial in rete che spiegano come assemblare in piena autonomia, e ricorrendo ai più svariati stratagemmi creativi, mobili di cartone ed altri oggetti per la casa.  Chiaramente, queste soluzioni sono molto amatoriali rispetto a quello che si può trovare presso aziende e progettisti specializzati, ma ciò non toglie che questa attività fornisce un ulteriore dato che conferma il successo crescente di questo tipo di mobili.  Negli ultimi anni, la diffusione dei mobili di cartone, ma anche di altri oggetti come giocattoli e altri prodotti ad uso comune, sta aumentando sempre di più. D’altra parte la crisi ambientale è uno dei temi centrali dell’agenda politica mondiale attuale.   Il fine ultimo, oltre quello economico, è sempre quello di garantire un innalzamento dei livelli della qualità della vita per le attuali generazioni e per quelle future.  In questo contesto, il cartone, materiale riciclabile al 100%, fornisce nuove soluzioni e traiettorie d’azione. Quando queste motivazioni incontrano l’attenzione di designer e brand più o meno influenti, le soluzioni creative e funzionali non possono fare altro che aumentare a beneficio di tutti.
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Andrea Pastore 22/09/2022 0

Manifestazione di interesse finalizzata all’inserimento di personale formato e qualificato

Il Gruppo Sada è da sempre radicato sul territorio, legato alla terra e convinto che qui vi sia un enorme potenziale, soprattutto nelle persone che la abitano. Il territorio campano, da tempi lontani, ha una naturale vocazione per il settore Agro-Alimentare, grazie alle opportunità che questo offre in termini di coltivabilità, spazi e clima. Un settore questo, che ha assistito nel tempo ad un naturale incremento e sviluppo. Nonostante ciò, l’offerta di figure tecniche specializzate è di gran lunga inferiore alla domanda delle stesse. C’è lavoro, servono figure specializzate, ma queste vengono inesorabilmente a mancare. A tal proposito Confindustria Salerno ha intercettato l’interesse condiviso delle imprese campane, così da costituire nuove fondazioni d’Istruzione Tecnica Superiore, gli I.T.S. TE.LA. (Territorio del Lavoro) e l’attivazione di nuovi percorsi nel periodo 2022/2025. Tutto questo, ne siamo certi, contribuirà a formare nuove figure, a seminare per poi raccogliere i meravigliosi frutti della nostra terra.Ma cerchiamo di capire meglio cosa sono gli I.T.S. e quali opportunità offrono nel concreto. Cosa sono gli I.T.S. Gli I.T.S. sono scuole d’eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma, previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri introdotto il 25 gennaio 2008. Si tratta quindi di istituti che hanno l’obiettivo di formare nuove figure specializzate per ciò che concerne il settore Agro-Alimentare. L’obiettivo, naturalmente, è quello di permettere, a giovani e no, di specializzarsi e trovare un’occupazione che permetta di sostentarsi, evitando così di essere costretti a lasciare la propria terra.Nello specifico, per la provincia di Salerno, gli ambiti di intervento saranno tre, focalizzati sull’Area Nuove tecnologie per il Made in Italy: Tecnico Superiore per la sostenibilità del sistema agro-alimentare Tecnico Superiore per la transizione tecnologica del sistema agro-alimentare in chiave 4.0 Tecnico Superiore per il controllo della qualità dei prodotti e dei processi. Il Gruppo Sada, in particolare, ha scelto di partecipare attivamente alla formazione di figure specializzate "PER IL CONTROLLO DELLA QUALITA’ DEI PRODOTTI E DEI PROCESSI”. Si tratta senza dubbio di un settore in forte crescita che offre opportunità concrete di lavoro. La formazione sarà variegata e caratterizzata sia da lezioni teoriche, che da una parte pratica per introdurre correttamente e agevolmente il candidato nel mondo del lavoro.Attraverso lezioni didattiche, moduli formativi ed opportunità di stage in azienda, l’allievo sarà formato sulla gestione e l’implementazione di sistemi di controllo qualitativo dei prodotti e dei processi di filiera. L’obiettivo è quello di formare il tecnico a 360 gradi per renderlo una risorsa valida per le aziende del settore Agro-Alimentare.Nel dettaglio, il tecnico sarà in grado di utilizzare le tecnologie per l’analisi dei dati e monitorare i processi di impresa: tutte informazioni che risulteranno utili per direzionare lo sviluppo dei prodotti di filiera. L’importanza della formazione Noi del Gruppo Sada siamo fermamente convinti che la formazione e la specializzazione siano alla base del futuro.Senza le giuste skills e competenze, è impossibile entrare nel mondo del lavoro, un mondo che viaggia ad una velocità sempre maggiore e che richiede quindi verticalità e competenza nel proprio settore.Siamo certi che offrire i giusti mezzi a chi ha intenzione di specializzarsi, sia il modo migliore per creare lavoro, garantire un’occupazione gratificante ai candidati e far sì che le aziende possano contare su figure realmente utili e competenti. Dopo il successo ottenuto con il Master MATESPACK – Materiali e Tecnologie Sostenibili per Packaging polimerici e cellulosici, presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno che ha annunciato già la sua quarta edizione, il Gruppo crede che perseguire questa strada, cioè creare valore all’interno del proprio bacino di influenza, sia la giusta direzione.
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Andrea Pastore 29/07/2022 0

L’etichetta ambientale obbligatoria nel packaging

Dal 1 gennaio 2023, dopo mille rinvii, entrerà in vigore una nuova normativa relativa all'obbligo di etichettatura ambientale di tutti gli imballaggi, ovvero sarà necessario indicare sull'imballo un identificativo che specifichi i materiali con cui esso è stato prodotto e quale è la corretta gestione di fine vita e smaltimento dello stesso, per il consumatore finale. Riferimento di legge  Ogni imballaggio dovrà quindi essere munito della propria etichetta che avrà la funzione di indicare al consumatore in maniera intuitiva e anche visuale la natura del materiale dell'imballo e, al contempo, di facilitarne l'utilizzo, la raccolta o lo smaltimento e il suo eventuale riciclo. L'apposizione di tale etichetta sarà obbligatoria su tutto il territorio nazionale e andrà applicata su tutte le parti separabili manualmente (ad esempio coperchio e vasetto).  Potrà essere presente un codice alfanumerico e l'indicazione sul tipo di materiale, se l'imballo potrà essere smaltito attraverso la raccolta differenziata o indifferenziata e, nel primo caso, anche la precisazione su come smaltire l'imballo stesso (umido, carta, plastica, ferro e metalli, ecc.)   Per quale ragione è stata introdotta l'etichetta ambientale?  Negli ultimi vent'anni gli imballaggi dei prodotti di consumo sono aumentati in modo esponenziale e sconsiderato, basti vedere come al supermercato siano disposte in bella mostra file di confezioni che contengono frutta e verdura già pesate e porzionate, che non avrebbero necessità di essere imballate se non per velocizzarne il processo d'acquisto. La vita frenetica che ci troviamo a condurre quotidianamente ci richiede di ottimizzare al massimo il nostro tempo e dunque anche trovare un prodotto già pronto per finire nel nostro carrello, può rappresentare un risparmio in questi termini.  La conseguenza diretta del ripetersi di tali atteggiamenti comporta il fatto che il consumatore si ritrovi a dover smaltire moltissimi imballaggi, a volte di plastica, polistirolo, cartone... Un'errata informazione e conoscenza del tipo di differenziazione da attuare, può portare il soggetto a non differenziare o a differenziare in maniera errata. Tutto ciò a scapito dell'ambiente, dove spesso i contenitori si riversano senza trovare una giusta destinazione. Ovviamente le conseguenze di tale scempio sono ormai note e ne sono esempio l'attenzione degli ambientalisti, dei consumatori stessi, ma anche e soprattutto delle imprese produttrici di materiale d'imballaggio.  Infatti, le aziende produttrici sono da anni orientate verso la ricerca di nuovi materiali e scelgono il loro packaging design per garantire una maggior sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Si auspica di trovare una soluzione giusta e condivisa del problema.   L'etichetta ambientale verrà a breve introdotta per far fronte a questa problematica e cercherà di risolvere tutti i dubbi sul packaging. Ci si augura che la maggior facilità nel capire come differenziare, possa portare il consumatore a mettere in pratica uno smaltimento più consapevole e corretto. È pur vero che gli imballaggi, una volta utilizzati, creano rifiuti e di conseguenza, la possibilità di smaltire gli stessi con semplicità avvalorerà, agli occhi del cliente, la buona immagine dell'azienda che ha scelto di rispettare l'ambiente.   Packaging ecosostenibile, perché? Il 77% dei consumatori a livello mondiale afferma che la sostenibilità sia importante e il 54% di essi ammette di preferire un acquisto sostenibile ove possibile. FONTE DATI Affidarsi ad un'impresa che investe nella ricerca dei materiali per il confezionamento dei propri prodotti, che sia sensibile ad un'economia circolare, dove anche lo scarto di produzione può essere immesso nuovamente nei processi produttivi sotto nuova forma, può essere una scelta che ripaga sotto molti aspetti.  Un involucro che rispetti l'ambiente ha spesso una maggiore visibilità e un apprezzamento superiore, per questo sempre più aziende scelgono di confezionare i propri prodotti con nuovi materiali più eco sostenibili. Le scatole in cartone, ad esempio, possono essere realizzate in materiale già riciclato ma non per questo sono più fragili. Lo sviluppo tecnologico ha portato a trovare nuove tecniche di produzione e macchinari all'avanguardia tali da garantire la massima qualità, pur sempre con un'attenzione ai costi di produzione.  La luce è puntata sulla ricerca che tenga conto della funzione che l’imballo andrà a svolgere, l’estetica e l’originalità sì, ma anche la fruibilità e la possibilità di riutilizzare dando nuova vita. Le azioni di eco-design che possono essere attuate agendo sul packaging allo scopo di ridurne l’impatto ambientale durante il ciclo di vita sono svariate:  - concepire un imballo che possa essere riutilizzato più volte,  - etichettare il packaging al fine di facilitare le operazioni di riciclo e/o riuso (separazione dei diversi componenti, ad esempio tappo in plastica e bottiglia in vetro),  - ottimizzare il consumo di materie prime innovando e creando design studiati ad hoc per la performance richiesta dall’utilizzatore,  - sostituire in parte o del tutto la materia prima vergine con materia già riciclata quando più conveniente e praticabile,  - ottimizzare i processi di produzione e quelli logistici, al fine di ridurre i consumi energetici e ridurre gli scarti,  -snellire il processo produttivo e d’imballaggio.  Lo scopo dell’etichetta ambientale è quello di unire tutti i soggetti nell’intento di sostenere l’ambiente che ci circonda, da chi estrae le materie prime a chi produce imballi, alla scelta finale del consumatore...  Concepire imballi ecosostenibili è una scelta, come abbiamo detto, necessaria e portarla a conoscenza di chi li utilizza rende tutti più consapevoli e responsabili del futuro. 
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Andrea Pastore 21/06/2022 0

Tassonomia verde e obblighi contabili: cosa si intende?

Tassonomia Unione Europea; dal parlamento arrivano le indicazioni alle imprese per una transizione socialmente sostenibile. Che cos’è la tassonomia verde? La tassonomia verde è quell’enorme piano di regole e normative che nel Marzo del 2018 è stato lanciato dall’Unione Europea sotto il nome di: “action plan on sustainable finance”. In pratica si tratta dell’impegno da parte dell’UE e degli stati membri di ridurre l’impatto ambientale dell’economia del nostro continente.Il termine “tassonomia” nasce proprio dalla classificazione delle attività economiche che – secondo l’ UE – possono essere definite “ecosostenibili”. Un vademecum insomma che spieghi in modo chiaro ad imprenditori e politici quali sono le attività economiche sulle quali investire che contribuiscono ad avere un’economia che non sia di impatto negativo sull’ambiente. La normativa sulla Tassonomia Verde è entrata in vigore il 13 luglio del 2020, attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea del regolamento 2020/852.In tale normativa si legge tra le altre cose che ogni attività economica facente parte della classificazione indicata deve rispondere a precisi criteri tecnici grazie ai quali sarà attribuito il bollino di attività sostenibile. Cosa si intende per tassonomia delle attività sostenibili? La tassonomia è quindi, una classificazione comune a livello UE delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. È concepita come strumento per guidare le scelte di investitori e imprese in vista della transizione verso una crescita economica priva di impatti negativi sull’ambiente e, in particolare, sul clima. Quali sono gli obiettivi della tassonomia europea? Le attività commerciali vengono selezionati in base alla possibilità di contribuire a sei obiettivi ambientali identificati dalla Commissione Europea: mitigazione del cambiamento climatico; adattamento al cambiamento climatico; uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine; transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti; prevenzione e controllo dell’inquinamento; protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi. Per essere eco-sostenibile, quindi, un’attività deve soddisfare almeno quattro criteri: contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali; non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo; essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIL); rispettare i criteri tecnici identificati da atti delegati adottati dalla stessa Commissione Europea. Tassonomia verde europea: scenari futuri Tutto il progetto pone quindi diverse questioni relativamente alla relazione tra tassonomia ambientale e sociale delle aziende.La tassonomia sociale mirerà anche a far ottenere vantaggi sociali alle attività facenti parte dell’organizzazione: queste andranno a creare nuovi posti di lavoro con contribuiti di tassazione facilitati.
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Andrea Pastore 30/05/2022 0

Obbligo di dichiarazione non finanziaria anche alle PMI

Rendicontazione non finanziaria (DNF) e in formato digitale: dal 2026 sarà estesa anche le piccole e medie imprese quotate. Queste sono solo alcune delle novità introdotte dalla Commissione europea relative alle DNF. Il 21 aprile 2021, questa ha infatti avanzato una proposta che mira ad estendere in maniera significativa la platea di soggetti economici obbligati alla DNF. Verranno infatti assoggettate all’obbligo di redigere la dichiarazione non finanziaria anche tutte le PMI, che rappresentano il 99% delle aziende UE. Per avere una maggiore chiarezza sulla modalità di presentazione e i requisiti richiesti di rendicontazione per le aziende, la Commissione punta sulla Tassonomia, grazie alla quale mira a superare la notevole confusione di sistemi di reporting.  La proposta della Commissione ha inoltre introdotto l’obbligo di “digital governance”, ossia quello per cui il reporting deve essere usufruibile in database integrati elettronici. COSA CAMBIA Attualmente solo gli “enti di interesse pubblico” con più di 500 dipendenti e che hanno superato specifici limiti di dimensione (totale dello stato patrimoniale: 20 milioni di euro e totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 milioni di euro), devono obbligatoriamente presentare una DNF. La proposta prevede invece l’estensione dell’obbligo di rendicontazione di sostenibilità anche alle: Società quotate con meno di 500 dipendenti, comprendendo anche le SMEs (piccole e medie imprese) i cui titoli sono trattati su mercati regolamentari europei; Società di grandi dimensioni, anche se non quotate. La DNF non sarà un obbligo, invece per: Le microimprese: questesono e saranno totalmente escluse dall’obbligo di rendicontazione. Le SMEs non quotate: queste imprese potranno infatti redigere volontariamente delle informative strutturate in materia di sostenibilità sulla base di standard coerenti con le loro caratteristiche. L’obiettivo è quello di permettere la redazione di report senza che questo impatti in maniera significativa sulla struttura amministrativa delle aziende in questione. Cos’è la dichiarazione non finanziaria e cosa deve contenere La Dichiarazione Non Finanziaria è il documento in cui vengono identificate ed evidenziate tutte le implicazioni di natura etica del business, integrate nella visione strategica. Tale reportistica deve contenere tutte le informazioni utili alla comprensione del modello di gestione e organizzazione aziendale per le attività messe in atto ai fini della sostenibilità aziendale. I punti minimi da trattare sono cinque: Impatto ambientale: consumi di risorse energetiche e idriche, distinguendo quelle prodotte da fonti rinnovabili e non, emissioni di gas serra e inquinanti, con indicazione specifica di quelle di anidride carbonica (CO2). Impatto sociale: impatto attuale e futuro dell’attività relativa alla salute e sicurezza degli individui della società, in termini di rischio sanitario e altri tipi di pericoli. Iniziative di sviluppo sociale e culturale dei territori in cui opera l’impresa. Tutela dei lavoratori: iniziative adottate per combattere lo sfruttamento del lavoro minorile e del caporalato, favorire l’ambiente di lavoro, garantire l’inclusione e la parità di genere. Tutela dei diritti umani: elenco delle azioni attuate per impedire qualsiasi tipo di violazione dei diritti umani o discriminazione. Contrasto alla corruzione: elenco di tutti gli strumenti adoperati per contrastare la corruzione attiva (che esponenti aziendali potrebbero attuare) e quella passiva (di cui l’azienda potrebbe essere vittima). Le aziende sono tenute a redigere questi dati a partire dai bilanci chiusi al 31 dicembre 2017e tutte le informazioni incluse devono essere conformi a standard riconosciuti a livello internazionale, primo fra tutti il GRI (Global Reporting Initiative). La Corporate Social Responsability nella disciplina d’impresa Alla base della volontà di estensione della rendicontazione non finanziaria anche alle piccole e medie imprese, ci sono in particolare i temi  ESG (Environment, Social & Governance) e la capacità di fare impresa in modo più etico e secondo i principi dell’economia circolare, restituendo ai consumatori, ai dipendenti e all’intera comunità territoriale, una quota del valore realizzato sotto forma di un uso più rispettoso delle materie prime e dell’energia, di progetti di inclusione sociale e crescita individuale. Questa è ciò che viene definita Corporate Social Responsibility: ossia l’insieme delle azioni messe in atto con lo scopo di affrontare in prima linea le problematiche di impatto etico e sociale e incorporarle negli obiettivi di business.  Ti potrebbe interessare: PNRR, i sei obiettivi da raggiungere e il principio DNSH Gruppo Sada effettua da anni la dichiarazione non finanziaria con i Bilanci di Sostenibilità grazie ai nostri valori. Abbiamo cominciato con Sabox nel 2012, con Antonio Sada & figli nel 2017 e nel 2020 con tutte le aziende del Gruppo. 
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