Obbligo di dichiarazione non finanziaria anche alle PMI

Obbligo di dichiarazione non finanziaria anche alle PMI
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Rendicontazione non finanziaria (DNF) e in formato digitale: dal 2026 sarà estesa anche le piccole e medie imprese quotate.

Queste sono solo alcune delle novità introdotte dalla Commissione europea relative alle DNF. Il 21 aprile 2021, questa ha infatti avanzato una proposta che mira ad estendere in maniera significativa la platea di soggetti economici obbligati alla DNF. Verranno infatti assoggettate all’obbligo di redigere la dichiarazione non finanziaria anche tutte le PMI, che rappresentano il 99% delle aziende UE.

Per avere una maggiore chiarezza sulla modalità di presentazione e i requisiti richiesti di rendicontazione per le aziende, la Commissione punta sulla Tassonomia, grazie alla quale mira a superare la notevole confusione di sistemi di reporting. 

La proposta della Commissione ha inoltre introdotto l’obbligo di “digital governance”, ossia quello per cui il reporting deve essere usufruibile in database integrati elettronici.

COSA CAMBIA

Attualmente solo gli “enti di interesse pubblico” con più di 500 dipendenti e che hanno superato specifici limiti di dimensione (totale dello stato patrimoniale: 20 milioni di euro e totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 milioni di euro), devono obbligatoriamente presentare una DNF.

La proposta prevede invece l’estensione dell’obbligo di rendicontazione di sostenibilità anche alle:

  • Società quotate con meno di 500 dipendenti, comprendendo anche le SMEs (piccole e medie imprese) i cui titoli sono trattati su mercati regolamentari europei;
  • Società di grandi dimensioni, anche se non quotate.

La DNF non sarà un obbligo, invece per:

  • Le microimprese: questesono e saranno totalmente escluse dall’obbligo di rendicontazione.
  • Le SMEs non quotate: queste imprese potranno infatti redigere volontariamente delle informative strutturate in materia di sostenibilità sulla base di standard coerenti con le loro caratteristiche. L’obiettivo è quello di permettere la redazione di report senza che questo impatti in maniera significativa sulla struttura amministrativa delle aziende in questione.

Cos’è la dichiarazione non finanziaria e cosa deve contenere

La Dichiarazione Non Finanziaria è il documento in cui vengono identificate ed evidenziate tutte le implicazioni di natura etica del business, integrate nella visione strategica.

Tale reportistica deve contenere tutte le informazioni utili alla comprensione del modello di gestione e organizzazione aziendale per le attività messe in atto ai fini della sostenibilità aziendale. I punti minimi da trattare sono cinque:

  1. Impatto ambientale: consumi di risorse energetiche e idriche, distinguendo quelle prodotte da fonti rinnovabili e non, emissioni di gas serra e inquinanti, con indicazione specifica di quelle di anidride carbonica (CO2).
  2. Impatto sociale: impatto attuale e futuro dell’attività relativa alla salute e sicurezza degli individui della società, in termini di rischio sanitario e altri tipi di pericoli. Iniziative di sviluppo sociale e culturale dei territori in cui opera l’impresa.
  3. Tutela dei lavoratori: iniziative adottate per combattere lo sfruttamento del lavoro minorile e del caporalato, favorire l’ambiente di lavoro, garantire l’inclusione e la parità di genere.
  4. Tutela dei diritti umani: elenco delle azioni attuate per impedire qualsiasi tipo di violazione dei diritti umani o discriminazione.
  5. Contrasto alla corruzione: elenco di tutti gli strumenti adoperati per contrastare la corruzione attiva (che esponenti aziendali potrebbero attuare) e quella passiva (di cui l’azienda potrebbe essere vittima).

Le aziende sono tenute a redigere questi dati a partire dai bilanci chiusi al 31 dicembre 2017e tutte le informazioni incluse devono essere conformi a standard riconosciuti a livello internazionale, primo fra tutti il GRI (Global Reporting Initiative).

La Corporate Social Responsability nella disciplina d’impresa

Alla base della volontà di estensione della rendicontazione non finanziaria anche alle piccole e medie imprese, ci sono in particolare i temi  ESG (Environment, Social & Governance) e la capacità di fare impresa in modo più etico e secondo i principi dell’economia circolare, restituendo ai consumatori, ai dipendenti e all’intera comunità territoriale, una quota del valore realizzato sotto forma di un uso più rispettoso delle materie prime e dell’energia, di progetti di inclusione sociale e crescita individuale.

Questa è ciò che viene definita Corporate Social Responsibility: ossia l’insieme delle azioni messe in atto con lo scopo di affrontare in prima linea le problematiche di impatto etico e sociale e incorporarle negli obiettivi di business. 

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Gruppo Sada effettua da anni la dichiarazione non finanziaria con i Bilanci di Sostenibilità grazie ai nostri valori. Abbiamo cominciato con Sabox nel 2012, con Antonio Sada & figli nel 2017 e nel 2020 con tutte le aziende del Gruppo.